Un giorno a Venezia tra bacari e leggende

Destinazione perfetta per un viaggio fuori dal tempo, ecco i nostri consigli per un giorno a Venezia tra bacari e leggende, nel sestriere di Castello, la Venezia più vera.

 

Cos, sai che Venezia è tutta costruita sull’acqua? Guarda la mappa. Cosa sembra?
Una coscia di pollo!
Ma come? Ti ho detto che è sull’acqua.
Una coscia di pollo che galleggia.

Niente, per farle capire come stanno le cose, a Venezia ce l’ho portata. Stavolta in treno, perché arrivarci su una carrozza che trotta in mezzo all’acqua, mare di qua e di là, fa decisamente effetto e non solo a un bambino (guardate la story su Instagram!)

E non è la sola cosa a farci sentire in un mondo a sé. C’è il fatto che non ci sono le auto e i bambini, quindi, viaggiano liberi. C’è che non appena esci dalle calli più frequentate dai turisti, sei nel silenzio più totale, quello a cui nessuno di noi è più abituato.

E poi ci sono le storie curiose e le tantissime leggende che abitano ogni angolo, ogni mattone di questa città.
C’è questa architettura pazzesca che si specchia nell’acqua, chiese che spuntano quando meno te l’aspetti, ci sono quei muri sgarrupati dal mare e quei colori che la salsedine e il sole hanno reso unici e ci sono i bacari, dove l’aperitivo è una cosa seria, un’istituzione.

L’ultima volta che siamo state a Venezia, nei giorni scorsi, è stato per un invito speciale, ospiti del Guggenheim e di Il Gufo   a scoprire la Venezia di un tempo, quella di segreti e leggende che lo scrittore Alberto Toso Fei ci ha raccontato passeggiando tra calli, campi, canali, rii e ponti.
Un modo curioso di conoscere Venezia “da dentro” con la voce di un “insider” (non chiedetemi di tradurlo in veneziano).

Il nostro tour comincia nel sestriere di Castello.

Per raggiungerlo a piedi ci vuole mezz’oretta. Si attraversa Campo San Bortolomio, si saluta la statua di Carlo Goldoni. Si sbuca accanto alla Basilica di San Marco, si passa accanto al ponte dei sospiri per poi entrare in una Venezia meno turistica, più vera e sospesa nel tempo.

Un giorno a Venezia: Sestriere Castello, la Venezia meno turistica

Castello è stata una delle prime zone abitate della città (V-VI secolo), castello di difesa dagli attacchi dal mare e dove non si può non visitare il duecentesco Arsenale, all’epoca e per molti secoli il più grande del mondo.
Proprio qui tra le cento e più isole che compongono come un puzzle (a forma di pesce, lo ricordo) questa città, c’è l’isola della Bragora, una delle prime abitate.

La leggenda vuole che in Campo della Bragora, vivesse Orio, un pescatore che ogni notte usciva in mare per poi vendere il suo pesce al mattino. Una notte la rete è pesantissima, perché tra i tanti pesci c’è anche una sirena! Si chiama Melusina e tra lei e Orio è colpo di fulmine.  Ve la faccio breve: solo il matrimonio può regalarle delle gambe al posto della coda e così i due si sposano e mettono su famiglia. Storia felice, ma non a lieto fine, perché Melusina prende anche le fattezze di un serpente (Venezia è piena di storie di serpenti ed anche il Canal Grande, in fondo, sembra proprio un serpente che si snoda in mezzo alla città).

Comunque a ricordare il loro amore e che a Venezia, città magica, le leggende non sono solo leggende, sotto un piccolo portico della piazza c’è il cuore del pescatore e della sirena e se lo tocchi con la giusta disposizione d’animo, entro un anno troverai la persona giusta.

Incredibile il silenzio che c’è qui, vero? Eppure Venezia era un tempo molto trafficata, piena di cavalli che circolavano tra quelle callette strette!
Mai stati grandi guidatori, i veneziani, neanche quando si trattava di quadrupedi, tant’è che c’erano leggi che stabilivano dove parcheggiare il cavallo per evitare ingorghi a San Marco!

Venezia era piena di animali. Mica sono il leone alato, che è il simbolo della città Arrivavano caravanserragli per tenere spettacoli circensi e nel 1819 perfino un elefante indiano.

A festa finita l’ elefante doveva salire su una barca, ma si spaventa e scappa e immaginate i disastri che può combinare in giro. Scappa finché entra nella chiesa di Sant Antonin, dove gli austriaci (all’epoca la repubblica serenissima non c’era più e la città era sotto il dominio dell’Austria), gente che non va tanto per il sottile, lo bombardano. Il povero elefante finisce sepolto al Lido, fino a che i padovani non ne recuperano lo scheletro che si trova oggi al museo di zoologia.

Un’altra storia incredibile! Ma a Venezia tutto è possibile.

Perfino inventarsi una lingua segreta.

Passeggiate verso Campo San Giovanni e Paolo e troverete Calle delle moschete. Qui si vendevano le mosche, piccoli nei posticci di tute le forme che andavano molto di moda nel 1700. Erano gli emoticon dell’epoca, un modo per comunicare i sentimenti del giorno. Un neo a forma di stella in fronte era la maestosa. Sul naso la sfrontata. Sulla gola la galante. Irresistibile e vicina al labbro assassina. Altro strumento era il ventaglio, arma di seduzione o scudo che permetteva di comunicare tante cose. Insomma, c’era all’epoca un codice segreto davvero speciale.

Insomma, Venezia è già magica solo a guardarla, ma visitarla scoprendone le leggende è favoloso per i piccoli e anche per noi.

Qualche indirizzo imperdibile?
Campo Santa Maria Formosa È uno dei campi più grandi della città. Da qui partono nove calli e undici ponti e qui ci sono alcuni tra i più bei palazzi veneziani: Palazzo Querini Stampalia, Palazzi Donà, Casa Venier, …

Qui vicino la Libreria Acqua Alta è piena zeppa di libri, ma dentro ci sono anche gondole e barchette. Un posto dove leggere con i piedi nel canale e dove trovare tutti quei vecchi libri per bambini che non passano mai di moda.

Per colazione o merenda, Rosa Salva è uno storico caffè e pasticceria con i tavolini in Campo San Giovanni e Paolo, dove godersi il gelato mentre i bambini corrono senza pericoli (quando mai ci ricapita?)

Bacari!!!!
Perfetti per assaggiare tutte le meraviglie della cucina veneziana e sfamare i bambini senza troppo impegno a Castello i due bacari imperdibili sono Vecio Trani e El refolo. Alici marinate e porro, baccalà mantecato, formaggi dei presidi Slow Food, … non devo dire altro per convincervi, vero?

Se invece avete voglia di fare ancora due passi, andate verso Fondamenta Misericordia, che pullula di bacari. Vi lascio un indirizzi che noi adoriamo: Il Paradiso Perduto rumoroso, divertente, un’osteria degna di questo nome.

Un giorno a Venezia può bastare per immergersi nella magia. Ma vi farà venire voglia di tornarci, tornarci e tornarci ancora…

 

Se andate a Venezia con i bambini, vi segnalo queste belle guide:

Forse non tutti sanno che a Venezia. . ., A Toso Fei, Newton Compton editori
Mappa di Venezia illustrata con adesivi Multilingue, Italy for kids
A spasso per Venezia, Lapis

 

 

E poi, eccovi i miei indirizzi

Libreria Acqua Alta – Calle Longa S. Maria Formosa, 5176/b – Sestiere Castello

Gelateria pasticceria Rosa Salva – Campo San Giovanni e Paolo – Sestiere Castello, 6779

Vecio Trani – Viale Garibaldi – Castello, 1582

El refolo – Viale Garibaldi – Castello, 1580

Il Paradiso Perduto – Fondamenta Misericordia –  Cannaregio 2540 – Tel. 041.720581

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1 Comment

  1. says: Venezia Help

    Bell’articolo, complimenti! Consigliamo sempre anche noi di perdersi tra le calli dei sestieri meno turistici per scoprire la vera Venezia, stupende anche le foto 🙂

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